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1. Sulla GIUSTIZIA SOCIALE e il WELFARE. Cosa pensa potrà fare per aiutare ad uscire dalle situazioni di evidente povertà che colpiscono quote significative della popolazione? In particolare come intende affrontare il problema della casa? Si può pensare di creare un “tavolo delle povertà”, o comunque un organo permanente di coordinamento, progettazione e verifica degli interventi a sostegno delle situazioni di povertà, che dia un maggior ruolo di protagonismo al privato sociale? In particolare come intende relazionarsi con le Caritas Parrocchiali e il Centro d’Ascolto Frassati?

Boetti Villanis: Il Comune deve farsi carico delle situazioni di disagio, e fungere da “ammortizzatore sociale” per consentire alla persone che vivono in condizioni di povertà, di poter condurre una vita quantomeno dignitosa. Interessante l’idea di un “tavolo delle povertà” in cui riunire con il Comune le associazioni che sul territorio si adoperano per assistere le situazioni di disagio, e tra queste sicuramente un ruolo fondamentale debbono e possono avere le realtà cattoliche che da sempre hanno una esperienza viva e sul campo dei problemi.

Collegno, tolto Villaggio Leumann, che in parte ha perso le caratteristiche di edilizia popolare, non dispone di proprietà che possano essere utilizzate come “case popolari”. Occorre un piano per la realizzazione di nuova edilizia popolare, che consenta di affrontare e risolvere il problema casa, individuando soluzioni anche “creative” per consentire anche l’accesso alla proprietà: penso ad esempio ai contratti “rent to buy” che consentono in pochi anni, con canoni abbordabili, di costituire un “tesoretto” che possa essere l’acconto per l’acquisto dell’abitazione, che poterebbe essere poi concluso con un mutuo a tassi agevolati garantito dal Comune.

 

Casciano: La crisi economica si è trasformata in crisi sociale con conseguente aumento delle povertà che si manifestano in diverse forme. Lavoro e casa diventano quindi priorità assolute. Per il lavoro occorre sostenere e puntare sul sistema economico locale per creare nuove opportunità occupazionali. Sulla questione della casa le nostre proposte sono: costruire e reperire nuovi alloggi di edilizia sociale; attivare sinergie pubblico-privato e ricercare fondi disponibili per l’investimento nell’edilizia sociale; promuovere progetti di abitazioni ad affitti calmierati e affitto a riscatto con attenzione alle giovani coppie, anziani e famiglie unipersonali; incentivare le agevolazioni per i proprietari di alloggi disponibili ad affittare; assistere le famiglie sfrattate potenziando la rete degli alloggi per l’emergenza abitativa. Il Welfare di Collegno è strutturato su un sistema di assistenza fortemente integrato tra pubblico, cooperazione e volontariato sociale che ci ha permesso di affrontare le difficoltà di questi ultimi anni.

Nel programma della Coalizione di centrosinistra è chiara la proposta di istituire un Tavolo della Solidarietà finalizzato a mettere in rete servizi socio-assistenziali e comunali, associazioni,  gruppi del volontariato, fondazioni, enti, una “cabina di regia” per seguire costantemente l’andamento e la composizione dei bisogni sociali nella nostra Città, per coordinare gli interventi, per usare al meglio le risorse e per non lasciare indietro nessuno. Nella fase di ascolto per la costruzione del programma sono emerse significative opportunità di collaborazione con le associazioni di volontariato, la Caritas e il Centro Frassati in particolare. Oltre alle azioni importanti già in essere (raccolta alimentare, accompagnamenti sociali, sostegno ai più deboli...) si svilupperanno  progetti di assistenza  per le persone anziane e per l’accoglienza di persone in difficoltà.

Di Filippo: gli argomenti sono molteplici e non di facile soluzione sia perché molto dipende dallo Stato Centrale, dalla Regione, Provincia, futura Città metropolitana sia perché, come noto, le risorse del Cisap, afferenti alle politiche di welfare, in pochi anni sono state drasticamente ridotte (in alcuni casi anche del 90%). Nel concreto però, andando per capitoli, l’impegno che il mio gruppo metterà in campo riguarderanno in particolare:

Il lavoro: creazione di un tavolo permanente che interloquisca sia con i datori sia con l’offerta alle categorie più colpite dall’assenza di impiego di un concreto supporto, incrementando quanto già esistente. 
Trasformazione della torre ex-uffici TOP in una sede gratuita per start-up ed imprese di nuova costituzione.
Creazione di uno sportello Collegno-up interamente dedicato alle imprese, ai commercianti, ai professionisti ed ai giovani.

La casa: contrasto agli sfratti cosiddetti incolpevoli con protocolli da stipulare con ATC e con il libero mercato tramite i progetti tipo Abitare e similari che verranno predisposti. Inoltre verranno rinforzate tutti i presidi (dai posti letto ai senza fissa dimora, fino alle case famiglia, agli alloggi temporanei ecc.). Nei prossimi piani abitativi non saranno inoltre consentite concentrazioni di “zone ghetto” come avvenuto in passato, ma una distribuzione che privilegi l’amalgama dei residenti. Infine, anche per quanto riguarda i nomadi, saranno predisposte adeguate misure di integrazione, dalla scuola fino al domicilio.

La salute: A fronte di bisogni crescenti derivanti dall'allungamento della speranza di vita e dalla situazione in cui si è venuta a trovare la sanità pubblica (tagli dei posti letto, degenze sempre più ridotte, liste d’attesa per una prestazione o un ricovero in strutture adeguate) il Comune deve favorire la domiciliarità alle persone che sono ammalate e si ritrovano a pesare sui conviventi, o peggio, sono abbandonate e non sono più in grado di potersi curare in forma continuativa. Nel concreto si tratta di potenziare il supporto alle famiglie/persone con una moltitudine di interventi mirati da attuare in collaborazione con l’ASL (medici, infermieri, fisioterapia, accompagnamento, assegno di cura, presidi medici, farmaci agli indigenti ecc.). Naturalmente sia la cooperazione, sia l’associazionismo, sia il volontariato dovranno essere parte integrante di un progetto globale che coinvolga sia le Caritas /S.Vincenzo Parrocchiali sia il Centro d’Ascolto Frassati, col quale peraltro sono già intercorsi contatti per disegnare un quadro complessivo dei bisogni.

 

Lava: Far uscire dalle situazioni di povertà le persone sole e le famiglie - un numero in continuo aumento a causa della crisi - mi piacerebbe potesse essere nel potere di un’amministrazione comunale, ma ritengo sia fuori dalla nostra portata. Tutto il nostro impegno sarà indirizzato al reperimento di nuove risorse attraverso la razionalizzazione della spesa, l’eliminazione degli sprechi e, perché no, anche togliendo qualcosina a chi oggi gode di esenzioni, sovvenzioni e quant’altro, ma che potrebbe vivere dignitosamente anche senza il nostro aiutino. Occorre puntare tutto sulle situazioni di emergenza più gravi, quelle che senza un sostegno pubblico non potrebbero sopravvivere. Anche sul problema della casa non credo si possano fare miracoli. Nel nostro programma, però, abbiamo previsto un ricovero per senzatetto, struttura di cui il nostro Comune è sprovvisto, e una struttura che possa far fronte alle emergenze temporanee. A questo scopo pensiamo di utilizzare, dopo una ristrutturazione "leggera", l’edificio di via Oberdan un tempo adibito ad ambulatorio Asl, invece di svenderlo per un piatto di lenticchie come ha cercato di fare l’amministrazione uscente. Da sempre sono favorevole ad un tavolo di coordinamento di tutte le forze in campo per rendere più solida la rete a sostegno delle povertà vecchie e nuove con il riconoscimento che è dovuto a chi fino ad oggi spesso si è trovato a svolgere in solitudine un ruolo di supplenza: le parrocchie, la Caritas e il Centro Frassati, tutte realtà a cui intendo non solo relazionarmi costantemente, ma da cui mi aspetto di ricevere suggerimenti alla luce della loro grande esperienza acquisita sul campo. Il tavolo delle povertà? Mi sta bene, solo troviamogli insieme un altro nome. Che ne dite di tavolo della speranza?

 

Monardo: Nessuno deve essere lasciato indietro. Il Comune deve farsi carico di tutelare tutti i cittadini ed in particolare le classi più deboli infanzia, anziani, ecc.) facendo in modo di distribuire opportunamente le proprie risorse interfacciandosi con tutti gli enti pubblici, privati e di volontariato esistenti, nell’ottica di ottimizzare le azioni sul proprio territorio per il massimo beneficio ai cittadini. Il MoVimento 5 Stelle intende farsi portavoce dell’innovazione rivolta ad una maggiore efficienza e ad un migliore servizio per il cittadino.

Ottima l’idea di creare un tavolo delle povertà che analizzi e verifichi gli interventi e la collaborazione con le Caritas Parrocchiali e i centri di ascolto. Infatti la nostra prima proposta del programma in ambito prolitiche sociali e abitative prevede la mappatura del disagio sociale e potenziamento e messa in rete dei servizi socialmente utili: piena collaborazione con le strutture e le associazioni esistenti, per valutare insieme metodi e iniziative, rivolte a migliorare i servizi ed a razionalizzazione i costi (all’interno del fondamentale contesto della lotta agli sprechi). Di seguito alcune proposte contenute nel programma partecipato costruito insieme ai cittadini collegnesi.

Promuovere progetti di coabitazione (cohousing): studiare soluzioni di coabitazione, che possano rispondere ad esigenze di persone in difficoltà e favorire la socializzazione. Semplificare l’adozione di interventi e servizi tesi a rendere fruibile l’ambiente comune da parte di persone con problemi di mobilità. Eventuale intermediazione del Comune per proporre in affitto ai meno abbienti alloggi sfitti a canoni agevolati.

Promozione e potenziamento del concetto di “punto d’ascolto”: venire incontro alla preoccupante crescita del disagio sociale intergenerazionale favorendo lo sviluppo del servizio di pronto intervento per piccole necessità a domicilio degli anziani soli (aiuto domestico, commissioni, spesa, ecc...) anche in collaborazione con le associazioni di volontariato, con creazione Sportello Anziani in ogni quartiere, con eventuali servizi a domicilio (consegna farmaci da gestire tramite volontari coordinati dal comune). Sinergia con medici di base (task force con GPs, Anziani, Volontari).

Lavori verdi: creazione di nuovi posti di lavoro grazie alla Green Economy e all’applicazione della strategia Rifiuti Zero (raccolta porta a porta, centri di trattamenti dei rifiuti, ecc.).

Ricollocazione ed impiego: dare sostegno al reddito dei lavoratori precari, disoccupati, in mobilità, in cassa integrazione a zero ore, ai giovani e per le donne, in cambio di attività lavorative comunali.

 

Novero: La povertà attuale è per la maggior parte figlia di una crisi ormai molto lunga e che non si concluderà a breve, purtroppo anche per scelte poco lungimiranti a livello nazionale; ha la caratteristica di coinvolgere fasce sociali che prima non la conoscevano, rendendo difficile anche a queste ultime la possibilità di soddisfare bisogni primari quali, appunto, quello di potersi pagare l’affitto di una casa.

E’ necessario, a livello comunale, un programma di coordinamento che censisca gli alloggi sfitti e le necessità dei cittadini, in maniera tale da attivare un programma di incontro tra domanda ed offerta a prezzi calmierati, come già avviene in altri comuni, garantendo al proprietario, dietro la regolarità del contratto di affitto (non dimentichiamo che anche questa è una piaga in quest’ambito) e ad un affitto sostenibile, il pagamento dello stesso eventualmente attraverso l’intervento del Comune, nel caso di insolvenza temporanea dell’inquilino. Non si tratta quindi di garantire il debito di chiunque, anche coloro che sono in malafede, ma di aiutare le famiglie in temporanea difficoltà.

Per quanto riguarda il “tavolo delle povertà”, non sono sicuro che sia la definizione giusta, dal momento che è necessario istituire un coordinamento tra l’assistenza sociale e le altre realtà laiche e pastorali che si interessino a tutti i disagi sociali, andando a “scovarli” quando è necessario per intervenire tempestivamente, ottimizzando il lavoro di prevenzione ed i risultati conseguiti.

In altri termini, è necessario ottimizzare la “produttività” delle associazioni a vocazione sociale che pur numerose esistono sul territorio.

 

2. Sui “SOLDI DEI CITTADINI”. Su scala nazionale si fa un gran parlare di lotta all’evasione fiscale, di episodi di corruzione, di tagli più o meno lineari. A Collegno si è fatto un gran parlare dell’aumento di impianti autovelox, ma anche della non ancora del tutto chiarita vicenda della TOP. Con quali criteri intenderà agire su questi temi? Cosa farà per evitare sprechi dei soldi dei contribuenti, situazioni di incompatibilità degli amministratori, occasioni di privilegio o al contrario di penalizzazione ingiustificate?

Boetti Villanis: il Comune come entità più vicina al territorio deve essere in prima linea nella lotta all'evasione fiscale: gli uffici debbono operare professionalmente incrociando le banche dati e segnalando alle autorità competenti le situazioni di illegalità fiscale e tributaria; il primo e basilare controllo deve essere fatto sulle dichiarazioni I.S.E.E. che i cittadini rilascino per accedere ai servizi comunali. Gli Autovelox non devono servire a “fare cassa”, ma a regolare il traffico per renderne più sicure le condizioni. La vicenda Top è emblematica di un modo di gestire il sottogoverno che non condivido: il Comune deve fare l’ente pubblico, non l’imprenditore, specie se, come la Top dimostra, non ne è capace. Se soldi debbono essere spesi lo si faccia con procedure chiare e trasparenti che, magari, facciano guadagnare realtà imprenditoriali del territorio, non con “opache” operazioni di sottogoverno che servono solo a ricavare un ruolo a qualche politicuccio senza poltrona. Io sono un professionista, e dovendo mandare avanti uno studio legale che gestisce anche denaro dei clienti, ho un “sacro” rispetto dei soldi, miei ed altrui: se dovessi amministrare le casse comunali, state tranquilli che metterei in essere tutti gli accorgimenti necessari per razionalizzare le procedure ed evitare gli sprechi.

Casciano: L’evasione, la corruzione e le economie delle mafie sono un vero cancro per il Paese, opprimono lo sviluppo e sono un danno per tutti: occorre quindi combatterle sia culturalmente che con efficaci strumenti repressivi e sanzionatori. Continueremo la lotta all’evasione fiscale che a livello comunale recupera 500 mila euro all’anno, somme da impiegare per finanziare servizi comunali, per la sicurezza dei cittadini, per ridurre i tributi ai più bisognosi. Gli autovelox devono esser usati come strumenti per la sicurezza. Purtroppo la Top è diventata un tentativo di far propaganda politica attraverso la disinformazione e la distorsione dei fatti e degli eventi.  La Top è stata creata, come prevedeva il bando per i Fondi Europei, per attuare e gestire il Piano degli Insediamenti Produttivi (PIP), un’area attrezzata per l’industria e il commercio tra la Tangenziale Nord e la Statale 24. Tale scelta politica ha prodotto l’effetto di trattenere sul territorio aziende cittadine storiche (ELBI, SAIT, SEAMARCONI…) e attrarre nuovi investimenti (PASTIGLIE LEONE…). L’attuazione del PIP ha consentito di difendere e sviluppare oltre 2200 posti di lavoro nelle 100 aziende insediate. Il saldo della mia gestione, che si è fermata all’esercizio 2009, ha presentato un bilancio positivo sia per i servizi implementati –fibra ottica, wi-fi, trasporto pubblico- sia per i 300 mila euro di manutenzioni eseguite a vantaggio della città e per i 6mila euro di conto economico.

Nel 2012 la società è stata liquidata per le difficoltà del Comune nel destinare risorse per le manutenzioni  e la sopraggiunta impossibilità normativa di lavorare per i privati.   Le somme di copertura richieste al Comune sono state utilizzate per pagare le maestranze, lavori, forniture e prestazioni di servizi di  terzi, senza nessuno sperpero, come ampiamente chiarito dalle Relazioni degli Organi Societari, dai Revisori dei Conti, dagli atti del Consiglio Comunale e dall’apposita Commissione Consiliare, dai pareri della Corte dei Conti. A proposito di incompatibilità degli amministratori, sono regolate molto precisamente dalla legge che applicheremo con rigore. Inoltre intendiamo costruire l’adesione a una Carta etica come quella “ di Pisa” predisposta dall’associazione Avviso Pubblico per tutti gli enti e gli amministratori locali.

http://www.avvisopubblico.it/news/presentata-a-roma-la-carta-di-pisa-il-codice-etico-di-avviso-pubblico-per-gli-enti-e-gli-amministratori-locali-il-testo-on-line_270212.shtml

Di Filippo: Siamo anche noi molto sfavorevolmente colpiti dalla mancata trasparenza della attuale Amministrazione su alcuni episodi, e non solo quello da voi citato circa la TOP. Per il futuro noi abbiamo un obiettivo preciso: le donne e gli uomini che amministrano una città devono essere, almeno per il periodo del mandato, persone di vetro. Tutti debbono non solo rendere conto del loro operato, ma dare un esempio di serietà e sobrietà . Quindi niente di superfluo, nessuna manifestazione estemporanea, nessun privilegio né agli amministratori né ai dipendenti, nè saranno tollerati abusi o comportamenti ambigui. Il nostro motto sarà riassunto in tre parole: Solidarietà, Equità e Giustizia.

Lava: Della vicenda Top mi sono occupato ampiamente come consigliere comunale, ho promosso la costituzione di una commissione di indagine che è stata boicottata in ogni modo affinchè non giungesse ad una conclusione, ma nonostante ciò siamo riusciti a metterne a fuoco la natura di carrozzone con l’unica funzione certa di creare poltrone di sottogoverno, un carrozzone che ci ha lasciato con un conto salatissimo da pagare di circa 800 mila euro e ancora non è finita. L’impegno mio sarà di riprendere l’azione di ricerca della verità sulla vicenda Top e sulla gestione del patrimonio comunale, altra fonte a mio avviso di spreco di denaro pubblico e di clientelismi che ne limitano la fruizione da parte di tutti i cittadini. Nel nostro programma sta scritto che ridurremo a quattro il numero degli assessori. Assessori che dovranno sottoscrivere l’impegno a non candidarsi alle elezioni successive per evitare che si ripeta il malcostume attuale che ha visto molti assessori utilizzare il loro ruolo per una campagna elettorale lunga cinque anni, invece di viverlo solo come un servizio ai cittadini. Ripresenteremo al nuovo Consiglio Comunale le norme contenute nella mozione presentata dal sottoscritto e bocciata dalla maggioranza uscente che prevedeva l’incompatibilità, per cinque anni dalla fine del mandato, tra il ruolo ricoperto di sindaco, assessore o altri incarichi di partito con la nomina nei consigli di amministrazione delle società partecipate dal Comune. Sugli autovelox pensiamo occorra per onestà e moralità pubblica riportarli a quella che dovrebbe essere la loro funzione di contributo all’aumento della sicurezza e non quello di tassa impropria suppletiva dei tagli ai trasferimento da parte dello Stato. In ogni caso l’incasso dovrà essere interamente e in modo trasparente finalizzato alla cura e sicurezza delle strade.

Monardo: Taglio del 10% dello stipendio del Sindaco, diminuzione numero di assessori e rifiutare i doppi incarichi elettivi, blocco delle consulenze ovunque possibile e valorizzazione delle professionalità presenti nell'organico del Comune incentivando la multidisciplinarietà con un controllo partecipativo della qualità dei servizi comunali tramite questionari di valutazione della soddisfazione dei cittadini (eventualmente online per ridurre i costi).

Introduzione di cittadini controllori nei consigli di amministrazione delle partecipate comunali e obbligo, in visione di spese e opere importanti, di consulta con i cittadini tramite assemblea pubblica e consultazioni online; controllo accurato sia delle società attualmente partecipate dal Comune sia di quelle partecipate negli ultimi degli ultimi anni e scelta dei dirigenti e consiglieri in base ai CV e alla competenza tecnica (non secondo logiche di spartizione partitiche); maggiore trasparenza sulle società partecipate e sulle consulenze di cui usufruiscono per utilizzo più oculato degli investimenti delle società pubbliche; trasparenza e informazione al cittadino (individuando eventuali responsabilità di gestione o ricadute su bilancio comunale, territorio e servizio al cittadino) riguardanti le società Cidiu, Top e Punto Ambiente, e delle discariche presenti a Savonera, con particolare attenzione ai Cascina Gaj che necessiterebbe di bonifica per contaminazione del suolo.

Analisi e verifica conti comunali, fidejussioni, indebitamenti, sponsorizzazioni, contratti di servizi, contributi erogati ad associazioni e comitati, effettiva copertura fallimento società partecipata Top e impianto Punto Ambiente, servizi diversi, consulenze e incarichi esterni; facilitazione dell’accesso ai dettagli dei dati riportati sul bilancio e produzione di un consuntivo che sia comprensibile ai cittadini attivi interessati; introduzione di meccanismi di controllo sull’efficienza e l’efficacia della gestione casse comunali, quali indicatori di performance, che mettano in relazione quanto previsto con gli obiettivi effettivamente raggiunti; ridurre le consulenze esterne e prediligere le competenze già all’interno del Comune nell'ottica di un abbassamento dei costi della macchina comunale, e investimenti nella formazione del personale affinché acquisiscano le competenze tecniche necessarie per svolgere le attività. Pubblicazione sul sito comunale, delle consulenze/servizi offerti al Comune, con motivazione a giustificazione della spesa.

 

Novero: Dal basso della mia esperienza posso semplicemente dire che qualunque azienda (ed un comune da un certo punto di vista lo è) funziona bene facendo scelte ottimali che spesso vengono prese mettendo persone competenti ai livelli dirigenziali, la cui provenienza derivi dal merito e non dall’appartenenza a questa o quell’altra corrente politica.

Questo è l’impegno che prende la Coalizione che mi sostiene, forte del fatto che due dei movimenti che la compongono sono liste civiche, mentre il terzo si è contraddistinto per non praticare questo tipo di politica; non abbiamo quindi né la necessità né l’obbligo di rispondere ad un qualche “livello superiore” né abbiamo la necessità di restituire “favori” o di sistemare “amici”.

La mia personale formazione umana e professionale, poi, mi porta naturalmente ad affrontare i problemi cercando la soluzione migliore per le persone al servizio delle quali mi trovo ad essere.

Utilizzo questo termine non a caso, dal momento che nella mia professione di insegnante ritengo di essere al servizio dei miei studenti (così ho imparato da coloro che sono stati a suo tempo i miei insegnanti), mentre nella professione di ingegnere sono al servizio del cliente che mi paga la parcella e si aspetta da me delle soluzioni ottimali in base, appunto, alla mia competenza.

Con lo stesso spirito, qualora diventassi Sindaco di Collegno, i miei “clienti”, e quindi le persone al servizio delle quali sarei, saranno i cittadini di Collegno.

 

3. Sul CONTROLLO DEL TERRITORIO. Ogni cittadino che sia vittima di scippi, furti in appartamento, danneggiamento di auto per le strade reclama un maggior controllo del territorio. Come pensa di far intervenire l’Amministrazione Comunale su questo aspetto?

Boetti Villanis: la sicurezza è il prerequisito fondamentale di ogni convivenza civile; a monte occorre rafforzare la cultura della legalità e l’educazione civica perché il primo presidio della legalità e della sicurezza sono i cittadini stessi; a valle occorre prevenzione (presenza costante dell’autorità nelle vie cittadine, telecamere sugli uffici pubblici nei luoghi provati “sensibili”, collegate con una centrale operativa in modo da consentire prontezza di intervento; a valle occorre reprimere decisamente ogni  situazione di illegalità. Occorre potenziare i Vigili di quartiere per assicurare una presenza sul territorio, e ragionare con la questura e la prefettura per ottenere maggiore presenza di forze dell’ordine in Città; in prospettiva della Città matropolitana potrebbe essere interessante anche creare sinergie con i Comuni limitrofi per “mettere in comune” le risorse legate alla sicurezza.

Casciano: Sarà mio impegno promuovere un Piano di Coordinamento per la Sicurezza per utilizzare al meglio le forze dell’ordine, dei  Carabinieri e del nuovo Commissariato di Polizia richiedendo il rinforzo di personale e integrando sempre più con i servizi dei Vigili Urbani. Nel nuovo disegno di Area Metropolitana e di Unione dei Comuni della Zona Ovest - Collegno Grugliasco Rivoli - si valuteranno le opportunità di gestione associata dei Vigili e di estensione dei servizi notturni per intensificare i controlli, soprattutto nelle zone più sensibili (come ad esempio il Parco Dalla Chiesa). Investiremo in una nuova sede del Corpo di Polizia Municipale, occasione per dotare di nuove tecnologie e i sistemi di telecontrollo la Centrale Operativa.

Di Filippo: Purtroppo in una situazione di profondo disagio è inevitabile il proliferare di episodi contro le persone e il patrimonio da parte di chi ruba perché ha fame, o versa in profonda indigenza. Occorre una capillare opera di educazione nei confronti di tutti; creare un clima di maggiore attenzione agli altri, più condivisione e una cultura di cittadinanza. In questo senso non ci sentiamo di promettere azioni miracolistiche, ma una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine, una prevenzione dei fattori predisponenti, una azione di contrasto, che però non potrà essere risolutiva, con l’installazione di moderni sistemi di videosorveglianza nei punti più critici, con l’intensificare i controlli sul territorio, con l’attivazione di punti SOS …

Lava: Confesso che il tema della sicurezza è stato tanto ripetutamente e demagogicamente utilizzato a scopi elettoralistici che faccio fatica ad affrontarlo. Purtroppo la situazione riportata nella domanda è una triste realtà. Come tutti sanno il controllo del territorio dovrebbe essere appannaggio delle forze dell’ordine. Un utilizzo più efficace della polizia municipale va certamente perseguito, temiamo che non sia risolutivo. Cercheremo di incrementare l’utilizzo della video sorveglianza nei luoghi più critici. Ci impegneremo a fondo nel dare informazioni più puntuali agli anziani troppo spesso vittime di raggiri. La risposta sul lungo periodo non può che venire, però, da una parte da un miglioramento della situazione economica nazionale e dall’altra da una trasformazione della qualità complessiva della vita nella nostra città. Non esiste controllo migliore di quello che può dare una comunità che ha consapevolezza di sé. Un impegno particolare sarà dedicato alla identificazione dei deturpatori della città con i loro infantili scarabocchi.

Monardo: Maggiori passaggi da parte delle forze dell'ordine soprattutto nelle zone più "nascoste" o meno frequentate al fine di gestire meglio i luoghi periferici e verifica possibilità maggiore presenza sul territorio, con eventuale video sorveglianza nei luoghi più critici.

Istituiremo un Tavolo di coordinamento sull’ordine pubblico (con forze dell’ordine e altre istituzioni) esaminando prontamente i problemi di sicurezza posti dai comitati di quartiere e dalla cittadinanza e garantendo risposta a tutte le segnalazioni.

 

Novero: Questo tipo di episodi diventano più numerosi nei momenti di crisi sociale, quindi è necessario dapprima intervenire sul disagio con i mezzi che si hanno a disposizione e nelle modalità che ho descritto nella prima domanda.

E’ necessario poi incrementare il controllo del territorio attraverso una Polizia Municipale che mi pare generalmente di vedere abbastanza poco presente, oltre che alle Forze dell’Ordine.

Ma la presenza maggiore di “truppe” sul territorio dal mio punto di vista deve avere più un aspetto di prevenzione che di punizione; è risaputo infatti che dove vige un assiduo controllo del territorio, il numero di crimini diminuiscono per il semplice fatto che il rischio di essere “beccati” aumenta.

 

4. Sulla DIMENSIONE SOCIALE DEL COMMERCIO. Il commercio di vicinato è espressione importante di luoghi dove si creano relazioni e rapporti tra le persone. Come intende procedere per sostenerlo? Il proliferare dei grandi centri commerciali aperti “tutti i giorni” ha, tra l’altro, indebolito il valore della domenica come giorno di riposo collettivamente riconosciuto. Per quanto di pertinenza dell’Amministrazione Comunale, cosa intende fare in proposito?

Boetti Villanis: Basta Centri Commerciali sul territorio! Hanno già massacrato il commercio di prossimità cittadino, senza peraltro creare nella misura sperata nuove occasioni di lavoro. Occorre favorire commercio ed artigianato di prossimità per rivitalizzare le aree degradate della Città; penso al Centro Storico che è ormai desertificato; penso di utilizzare la “leva fiscale” sulle imposte comunali, per favorire chi apre nuovi esercizi nelle aree sprovviste, fornendo nuovi servizi e assumendo personale.

Casciano: Il commercio di vicinato deve vivere una nuova stagione per qualificarsi. Con una rinnovata generazione di giovani commercianti abbiamo condiviso e inserito nel programma molti progetti che vanno dal  confronto permanente tra Amministrazione e operatori del settore, dalle associazioni di via a nuove forme di comprensori commerciali, alla valorizzazione di prodotti locali (DECO prodotti di denominazione comunale d'origine) e a KM.0, all’applicazione misurata dei tributi. La scelta di “deregolamentare” giorni e orari di apertura si sta rilevando sbagliata socialmente e economicamente. Sosterremo progetti, iniziative e buone pratiche per valorizzare l’opportunità di relazioni umane che da sempre hanno scandito la vita della nostra comunità.

Nel nostro programma non è prevista la costruzione di nuovi grandi centri commerciali.

 

Di Filippo: Anche noi concordiamo che sul territorio si siano concentrati troppi grandi centri commerciali. Anche noi riteniamo che le Festività debbano essere rispettate per non perdere di vista che non esiste solamente la parte materiale, ma l’uomo ha anche una componente spirituale da dedicare alle attività più nobili della piramide di Maslow (appartenenza, cultura, rapporti sociali, fino alla religione). Purtroppo, non siamo in grado di incidere più di tanto negli orari di apertura dei supermercati. Però qualcosa il Comune potrà mettere in campo per rendere la domenica un giorno diverso dagli altri: con incontri, conferenze, momenti di socializzazione, visite guidate, incentivando il tempo libero ecc.

Lava: Personalmente ho molto apprezzato la campagna contro le aperture domenicali. Purtroppo non mi pare abbia sortito al momento grandi risultati. Oggi i comuni nel merito non hanno più voce in capitolo. Ciò non toglie che non si possa organizzare una campagna di propaganda a favore di una scelta di vita che non preveda la frequentazione dei centri commerciali alla domenica. La mia famiglia utilizza la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano all’interno della città, cosa che comporta anche di conseguenza di fare la spesa prevalentemente nei negozi di vicinato e nei mercati. Per aiutare la sopravvivenza dei negozi innanzitutto applicheremo una tassa rifiuti in linea con l’effettiva produzione degli stessi. Promuoveremo iniziative di promozione del commercio locale, tali che facciano da stimolo ad un salto di qualità dell’offerta che i negozi di Collegno danno ai loro clienti. Adotteremo ogni strumento urbanistico capace di bloccare la nascita di ulteriori centri commerciali già largamente sovradimensionati.

 

Monardo: Il Movimento 5 stelle ha già presentato un progetto di legge in Parlamento contro la liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali poichè secondo alcuni studi, aumentare le giornate di apertura non porta ad un'automatica crescita del fatturato, mentre comporta un sicuro aumento di costi e una pressione sui lavoratori che vengono oberati da turni di lavoro. Solo la grande distribuzione può sostenere aperture sette giorni su sette e, mentre i consumi si spostano al fine settimana, i piccoli esercizi commerciali soccombono desertificando i centri storici e cambiando per sempre il panorama delle nostre città italiane, tradizionalmente fatte di piccole botteghe, un patrimonio che costituiva da sempre anche un tessuto connettivo sociale.

Si intende dunque porre un argine ai danni provocati dalla liberalizzazione delle aperture voluta da Monti, e iniziata dai suoi predecessori, e si propone di tornare ad un contesto di regolazione gestito dagli enti locali. Questa battaglia non riguarda solo il settore commerciale ma è una battaglia per la qualità di vita.

Priorità del programma del Movimento 5 Stelle Collegno è la promozione dello sviluppo del territorio e dell'occupazione. Risanare le finanze pubbliche e riformare la struttura economica permetterà di realizzare investimenti capaci di stimolare il rilancio dell’economia locale. La disoccupazione ha raggiunto livelli inaccettabili e socialmente inammissibili. La colonna portante della nostra economia sono le imprese, soprattutto le PMI che, con un carico fiscale sempre più pesante, la difficoltà ad ottenere i finanziamenti necessari allo sviluppo e anche i noti problemi legati al costo del lavoro, si trovano nella condizione di non poter fare gli investimenti necessari e quindi creare nuovi posti di lavoro. La nostra priorità è quindi quella di creare nuove opportunità di occupazione nel nostro territorio. Appoggeremo e promuoveremo chiunque abbia delle valide e concrete idee per aiutare la nostra economia, il nostro territorio e il nostro ambiente sviluppando iniziative quali: orti sociali, pulizia dei boschi, creazione di eventi, rifiuti zero, marketing territoriale, rivalutazione dei progetti accantonati e dei consorzi, creazioni di cooperative sociali autogestite dai lavoratori. Ecco a seguire gli impegni che intendiamo assumerci come MoVimento 5 Stelle Collegno:

Agevolazioni fiscali per quelle aziende che apriranno nuove attività produttive sul territorio collegnese; ricollocazione ed impiego, dando sostegno al reddito dei lavoratori precari, disoccupati, in mobilità, in cassa integrazione a zero ore, ai giovani e per le donne, in cambio di attività lavorative comunali (pulizia strade, eventi, pedibus, aiuto agli invalidi ed agli anziani, ecc.) valutando anche le liste presenti nel Centro Per l’Impiego; tavolo di lavoro permanente per l'incontro con associazioni di categoria (CNA, CCIIA, ASCOM, CIA, ecc.) e la cittadinanza; possibilità per le nuove attività, come imprese e negozi aperti da nuovi imprenditori locali, di avere locazioni agevolate locali comunali in disuso; locazione agevolata a ore di locali comunali per giovani professionisti abilitati per consentire loro di iniziare ad esercitare la professione con i pochi clienti iniziali; piattaforma di crowdsourcing comunale (sito Web di committenza di lavoro professionale) per far incontrare le necessità delle imprese del territorio con l’offerta da parte di liberi professionisti, precari e partite IVA.

Nel programma ci sono altre proposte tra le quali lo stop alla proliferazione dei centri commerciali e il sostegno dell’economia locale, anche facilitando l’accesso al fondo di garanzia con le banche per le Piccole e Medie Imprese istituito dal MoVimento 5 Stelle a livello parlamentare con il ricavato dal taglio degli stipendi dei parlamentari a 5 stelle.

 

Novero: Uno dei motivi per i quali è nata la nostra Coalizione è proprio quello di opporsi al proliferare della cementificazione e del consumo del territorio, utilizzandolo inoltre come scusante per la costruzione di centri commerciali, che tra l’altro stanno entrando in crisi.

E’ necessario far tornare le persone a girare per le vie per fare la spesa, attraverso apposite iniziative, mentre dall’altro lato si troveranno tutte le possibili soluzioni per far sì che i commercianti possano offrire prodotti di qualità.

Non è questo un obiettivo che si può perseguire in maniera particolare e fine a se stesso, ma fa parte della strategia, perseguita dal nostro programma, di portare la persona di nuovo al centro di una socialità recuperata, dal superamento dell’individualismo attraverso la promozione di dinamiche di incontro che facciano riscoprire il piacere della conoscenza dell’altro, utilizzando tutto ciò che il Comune offre, come le Associazioni, i Comitati di Quartiere, i Centri Sportivi e naturalmente anche le Parrocchie, che riconosco come luogo naturale di aggregazione e di incontro, per mia esperienza non soltanto tra persone con lo stesso Credo religioso.

Senza retorica, sono estremamente convinto che il dialogo e la socializzazione siano le armi fondamentali con le quali si possa recuperare una socialità che ci farà uscire dalla crisi attuale, non solo economica ma anche sociale.

 

5. Sul GIOCO D’AZZARDO. Qualcuno l’ha definita una “tassa occulta”, che per di più è collegata a preoccupanti elementi di  degrado sociale. La Città è piena di locali che promuovono forme varie di gioco d’azzardo. Come pensa di agire per arginare il fenomeno?

Boetti Villanis: il gioco d’azzardo non è solo una tassa occulta; è una piaga sociale che va contrastata con tutti i mezzi a disposizione.

Casciano: Purtroppo i centri scommesse e le sale giochi con “slot”  non sottostanno ad autorizzazioni comunali. Le città però si stanno comunque organizzando, per promuovere azioni di contrasto, regolamentazione e incentivi slot-free del settore: Collegno ha subito aderito al Patto Nazionale dei Sindaci contro il gioco d’azzardo. Anche sulla base della grande esperienza locale –di rilievo nazionale- di prevenzione e di cura delle tossicodipendenze e delle alcooldipendenze, si sosterranno i progetti già attivi di sostegno all’uscita dai percorsi di dipendenza dal gioco che spesso diventano una tragica piaga familiare.

Di Filippo: Da quando è stato regolamentato il gioco online in Italia i siti non autorizzati da AAMS sono stati bloccati, malgrado ciò alcuni utenti continuano a giocare sui siti (agenzie) cosiddetti .com ignorando il fatto che siano illegali.  In Italia, come in molti altri Paesi, il gioco “per il quale si corrisponda una ricompensa di qualsiasi natura e per la cui partecipazione sia richiesto il pagamento di una posta in denaro”, è una riserva dello Stato, ovvero dei concessionari ai quali lo Stato affida le funzioni pubbliche. La legge 401 del 1989, all’articolo 4, comma 1, sanziona penalmente chi offre giochi anche a distanza senza disporre della prevista concessione. Lo stesso articolo 4 al comma 3 punisce chiunque partecipa agli stessi giochi.

Tanti sindaci di Italia hanno posto delle limitazioni al numero di contingentamento (n minimo di slot/vlt consentiti in una tipologia di negozio gioco/bar/tabacchi etc) o distanze da luoghi di culto o luoghi sensibili come le scuole.

Oggi, il numero di slot, vlt, negozi di scommesse in Italia non ha più un contingentamento per cui esistono dei limiti numerici di sale da gioco . Quindi in base a questa liberalizzazione il sindaco deve adottare delle misure diverse come quelle di assicurarsi che siano rispettati i divieti ai minori, che ci siano delle distanze minime delle sale da gioco dai luoghi di culto o luoghi sensibili come le scuole. È compito del sindaco bilanciare la sete di raccolta di tasse da parte dello Stato con quella della difesa del cittadino dal gioco patologico. Creando delle strutture di supporto ai cittadini presso le asl. Si necessita di una legge nazionale però che stanzi una parte delle imposte sul gioco a queste attività di controllo e difesa e di conseguenza ad ogni singolo comune. Faremo dei progetti educativi di prevenzione contro il gioco d’azzardo

Lava: In linea con il manifesto dei sindaci sottoscritto da tutto il Consiglio Comunale uscente chiederemo con forza il cambiamento della legge nazionale che di fatto toglie ogni potere ai sindaci in materia. Promuoverò un’opera di sensibilizzazione permanente della popolazione, soprattutto nelle scuole, sui rischi che il gioco d’azzardo comporta. In cambio di benefici anche fiscali/tariffari chiederemo agli esercenti di rinunciare alle macchinette mangiasoldi nei loro locali e di contribuire al contenimento della piaga del gioco d’azzardo che rende sempre più malata tutta la società.

Monardo: Il gioco d'azzardo patologico (o ludopatia) è un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi e delle cosiddette "dipendenze comportamentali"

Ha una forte attinenza con la tossicodipendenza e anche se legalizzato, modello “bingo” o “slot-machines”, sta rovinando moltissime famiglie e rischia di favorire l’infiltrazione mafiosa e le Amministrazioni locali dovrebbero essere più attente ed evitare il proliferare del gioco d’azzardo nel territorio di loro competenza. Lo Stato oggi è totalmente in perdita con il gioco d'azzardo. Dai danni sociali di miliardi di euro, alla mancata Iva sui consumi (4 miliardi di euro l'anno) che va in fumo nell'illusione dell'azzardo con le videolottery e slot in direzione paradisi fiscali. Tutti soldi sottratti ai consumi e l'economia reale: acquisti di beni e servizi, posti di lavoro!

Il Movimento 5 stelle in Parlamento, supportato anche da alcune indagini giornalistiche, ha portato agli occhi dell'opinione pubblica lo scandalo dell'evasione di 98 miliardi di euro sulle Slot Machine, ridotti a soli 300 milioni di euro con l'ultimo condono targato Letta-Pd-Pdl. Ma anche le lobbies presenti in Parlamento che vanno a infiltrare queste ed altre decisioni sull'argomento, magari contribuendo alle elezione di qualche "uomo di riferimento". Senza dimenticare l'emendamento votato da tutti i partiti (tranne il M5S) che addirittura penalizza gli Enti Locali che combattono questa piaga sociale.

Nell’era "multimediale" la figura del giocatore d’azzardo subisce una "evoluzione": prima era facilmente individuabile, “segregato” nei luoghi a lui deputati, ora chiunque sia in possesso di un computer collegato a internet e di una carta di credito può diventare un giocatore compulsivo. Il gioco on-line è estremamente pericoloso da questo punto di vista, perché nella solitudine della propria casa il giocatore non ha freni, né inibitori né pratici: ha infatti la possibilità di accedere al gioco sempre, senza incorrere nello sguardo giudicante altrui. Viene in questo modo a mancare la funzione socializzante del gioco, che diviene un rituale solitario e una compulsione. Anche qui, come in altre net-patologie, il soggetto rimane imprigionato in un circolo vizioso, al punto da trascurare, nei casi patologici, i rapporti umani, sociali e familiari.

In Italia la cura del gioco d'azzardo patologico è piuttosto recente. In alcune regioni SerT (Servizi per le dipendenze patologiche delle ASL) hanno istituito specifiche équipe (composte da medici, psicologi, assistenti sociali, educatori, infermieri) che si occupano di diagnosi e cura del gioco d'azzardo patologico. Esistono inoltre associazioni che si occupano di auto mutuo aiuto, tra le quali i Giocatori Anonimi. Proposte da programma sono la dis-promozione sociale delle macchinette del gioco d’azzardo per limitarne l’utilizzo (http://www.vita.it/noslot/lecco-una-sentenza-che-fa-scuola.html) e promozione alternative dove si possano sviluppare iniziative e progetti legati all’arte, alla musica, al teatro, alla pittura, allo sport, alla cultura e alla crescita del senso civico nei nostri giovani. Prevenzione dei rischi connessi alla ludopatia, tramite attività scolastiche ed extrascolastiche di comunicazione e discussione tra pari e con esperti, e realizzazione punti informativi e sportelli di ascolto per cittadini in difficoltà connesse.

 

Novero: Purtroppo da diversi anni una legge che non ho nessuna remora a definire “scellerata” ha liberalizzato il gioco d’azzardo, come ben saprete una volta confinato solo in specifici luoghi (i casinò), a tutto il territorio nazionale. Questa operazione è poi stata resa “politicamente corretta” con palliativi quali quelli di inserire nelle pubblicità frasi del tipo “gioca responsabilmente”.

Mi è capitato poco tempo fa di ascoltare una trasmissione radiofonica dove si paragonava la frase “gioca responsabilmente” alla frase “suicidati ma senza farti troppo male”; non posso che essere d’accordo.

Il gioco d’azzardo porta grossi introiti ai gestori ed alle casse statali (sono recenti le polemiche sui favori fiscali fatti ai gestori delle slot machine).

Fortunatamente si sta creando nel Paese una coscienza nuova, che ha già portato in alcuni comuni ad impedire l’apertura di tali locali, questo tipo di operazioni sono sempre più spesso appoggiate da gestori di bar disposti a rinunciare ai guadagni derivanti da questo tipo di attività.

Questa è la strada lungo la quale intendiamo muoverci.

 

6. Su AMBIENTE e SOBRIETA’. La salvaguardia dell’ambiente, che i credenti chiamano non a caso “Creato”, passa anche attraverso la promozione di stili di vita sobri. Come intenderà muoversi su questo ambito?

Boetti Villanis: l’Ambiente è innanzitutto “qualità della vita” non solo per gli aspetti legati all'ecologia; va salvaguardato strenuamente intervenendo in tutto quelle situazioni che ne pongono a rischio l’equilibrio. Tante sono le iniziative che si possono mettere in campo: ad esempio occorre potenziare ulteriormente la raccolta differenziata; ragionare su un’edilizia autosufficiente dal punto di vista energetico; sull'impatto dei trasporti pubblici; ed occorre tutelare rigorosamente le aree verdi della Città in modo da renderle meglio fruibili dai cittadini in un’ottica responsabile e rispettosa della natura.

Casciano: Oggi gli “stili di vita” caratterizzano sempre di più anche la qualità della vita delle persone e delle comunità.

I comportamenti quotidiani possono fare la differenza, quindi sosterremo con forza azioni virtuose come: incoraggiare la mobilità sostenibile promuovendo e facilitando la pedonalità, la ciclabilità, la diffusione di mezzi di trasporto privato a minor impatto ambientale (metano, gpl, ibride…). Perseguire l’obiettivo di diminuire il più possibile la produzione di rifiuto promuovendo riciclo e riuso. Partire dagli obiettivi individuati nel Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) per continuare nel processo di riqualificazione energetica degli edifici pubblici e degli impianti di illuminazione pubblica, incentivando anche la riqualificazione energetica degli edifici privati e la realizzazione di nuovi fabbricati ad elevata efficienza attraverso l’impiego di fonti rinnovabili. Costruire un Piano Regolatore di nuova generazione, che affronti in modo serio il tema  del consumo di suolo e della diffusione urbana, abbandonando l’idea di una crescita infinita della città, mettendo al centro la riqualificazione delle porzioni edificate più degradate o di vecchia concezione tramite nuovi parametri volti alla compatibilità energetica. Promuovere azioni di pace quotidiana: finanza etica, consumo critico e responsabile, eco-bilancio, diminuzione dell’impronta ecologica, sostegno ai Distretti di economia solidale (mercati degli agricoltori locali e biologici, Gas, banche del tempo), sviluppo solidale (cooperazione decentrata con progetti di microcredito, commercio equo, turismo responsabile), pratica della pace (la mediazione sociale e dei conflitti, conoscenza delle varie culture e la convivenza).

 

Di Filippo: Anche noi siamo consapevoli che la nostra città ha consumato con eccessiva disinvoltura troppo verde, ha sperperato troppi campi, troppi alberi,  a favore di troppo cemento. Noi vogliamo preservare quanto rimane; avendone cura, tutelandolo, non permettendo ulteriori cedimenti di un bene primario, cioè non riproducibile una volta perso. Nel concreto cercheremo, per quanto possibile, di non permettere più le discariche abusive nelle nostre strade di campagna, di rinforzare gli orti urbani, di fare opera, fin dalle scuole elementari, di promozione delle risorse rinnovabili, della bellezza dell’ambiente che va preservata, della lotta allo spreco con iniziative solidali, di favorire la condivisione e non l’accumulo dei beni e della ricchezza, di fare opera culturale nel senso che quello che succede a Collegno si ripercuote su tutto l’universo: dall’abuso del cibo all’uso sconsiderato del telefonino (nel primo caso qualcuno salterà la cena, nel secondo l’inquinamento elettronico si aggiungerà a tutto quello che già intasa l’etere).

Lava: Soprattutto con l’esempio. La salvaguardia dell’ambiente penso, però, che debba essere perseguito con scelte amministrative precise, come lo stop al consumo del suolo, una gestione virtuosa dei rifiuti attraverso la crescita della raccolta differenziata con un tetto dell’80 per cento da raggiungere nei cinque anni del mandato, l’incremento dell’uso della bicicletta in sostituzione dell’auto, e così via. La sobrietà è un valore che mi appartiene, un Comune "sobrio" sarà il nostro obiettivo. Tutto però senza fondamentalismi e imposizioni di sorta. La sobrietà intesa come scelta di liberazione dal superfluo. Non siamo fautori dello Stato Etico che la Storia ci insegna si è sempre trasformato in una dittatura liberticida.

Monardo: In premessa il MoVimento 5 Stelle sottolinea la volontà di pianificare una strategia che abbia un orizzonte anche a lungo termine, con l’ottica di una “Transition Town” e che non consideri solamente le attività da applicare nel breve periodo. Prevediamo che per tutto il periodo dei cinque anni di amministrazione servirà una capillare serie di eventi formativi di educazione ambientale, con la collaborazione di tutte le associazioni ambientaliste, rivolti non solo alle scuole ma a tutti i cittadini di Collegno.

Intendiamo applicare la strategia Rifiuti Zero che si propone di riprogettare la vita ciclica delle risorse in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero. Si contrappone alle pratiche che prevedono necessariamente un processo di incenerimento o discarica. Il processo assomiglia al riutilizzo delle risorse fatto dalla natura. La gestione e il riuso dei materiali di scarto dà vita ad attività pubbliche e private volte a generare nuove figure lavorative. Il rifiuto dovrà essere considerato una risorsa coinvolgendo i cittadini con una totale trasparenza dei risultati. Nel programma sono elencati tutti gli interventi a supporto.

Altre proposte riguardano la riduzione dell'inquinamento in città riducendo il traffico veicolare, incentivando l'uso delle biciclette e mezzi ecologici, incentivando l'abolizione degli impianti di riscaldamento obsoleti e lavando le strade. Tutela del verde pubblico, protezione di giardini e piazze. Rendere visibili (sul sito del comune, su cartellonistica elettronica stradale e su periodici) i dati di rilevamento ambientali con segnalazione dei limiti previsti dalla legge. Particolare attenzione sul risparmio energetico e le energie alternative. Stop al consumo del territorio e a ulteriori cementificazioni, bloccando la costruzione di nuovi quartieri e favorendo invece il recupero e il restauro del patrimonio edilizio esistente, e comunque costruendo sulle aree da riqualificare e non su aree verdi, agricole o poco densamente abitate. Costruire una banca dati che descriva la situazione del territorio comunale, acquisendo i documenti elaborati dalle pubbliche amministrazioni e coinvolgendo Comitati di Quartiere e cittadini di Collegno per censire le attività e i siti che generano impatti ambientali e ricadute sulla popolazione e sulla matrice suolo.

 

Novero: La salvaguardia dell’ambiente è un tema centrale del nostro programma, e mi sento di dire che lo è anche la mia vita professionale, spesa in gran parte nello studio delle energie alternative.

Sensibilizzare ed educare la popolazione a stili di vita sobri negli spostamenti, nello smaltimento dei rifiuti, nell’evitare gli sprechi ai quali la società tende ad abituarci per incentivarci a consu”mare, è un processo lungo ma percorribile, che si basa sul convincere le persone che rispettare l’ambiente “conviene”, sia dal punto di vista dei costi che dal punto di vista della salute fisica e mentale.

 

7. Sui DISABILI. Quali spazi avranno i disabili per un inserimento effettivo nella società collegnese?

Boetti Villanis: vale quanto detto per il discorso sulle “povertà”. La disabilità è fonte di disagio ed occorre che una Amministrazione responsabile si attivi per eliminare le situazioni di disagio aiutando concretamente, in proprio, o comunque attraverso le associazioni a questo vocate, i problemi che impediscono alle persone di vivere una vita “alla pari” con quelle più fortunate.

Casciano: Proseguiremo sulla scia della cultura e dell’attenzione alla disabilità  sedimentata negli anni: non è infatti un caso se diverse famiglie con figli disabili abbiano scelto di trasferirsi a vivere a Collegno.  Garantiremo i circa 500.000 euro l’anno per dotare le scuole degli educatori professionali che affiancano gli insegnanti di sostegno che seguono oltre 50 ragazzi disabili e il contributo per il trasporto per le necessità di lavoro, salute e svago.  Inoltre manterremo i centri diurni per le utenze residenziali. Per quanto riguarda l’occupazione,  rinnoveremo il servizio per l’inserimento lavorativo dei disabili, e progetti come  “L’orto che cura” presso le “Antiche Serre” dell’ex Ospedale Psichiatrico, finalizzato alla formazione e al miglioramento dell’occupabilità delle persone diversamente abili. Accanto a un Piano pluriennale per l’eliminazione delle barriere architettoniche si svilupperà il posizionamento di giochi adatti anche a bambini disabili nei giardini comunali.

Di Filippo: Il discorso della disabilità rientra in quello del welfare. Dobbiamo riconoscere come nella nostra città ci siano molteplici forme di sostegno, e siamo invidiati e presi come esempio da molti altri Comuni. Naturalmente tutto è migliorabile, dall’ulteriore eliminazione di barriere architettoniche a luoghi di ritrovo più presenti, dall’organizzazione di scampagnate a maggiori momenti di “riposo” per le famiglie. Anche qui il drastico taglio delle risorse disponibili rende problematiche ulteriori iniziative.

Lava: Molto c’è ancora da fare per un inserimento sociale efficace dei disabili, ma non siamo neppure all’anno zero. Per chi come il sottoscritto ha iniziato la sua carriera lavorativa come insegnante in un centro Psico- medico-pedagogico, che si è laureato con una tesi sull’inserimento scolastico e sociale degli handicappati (allora si definivano così), che ha vissuto da insegnante gli anni dei primi inserimenti scolastici dei disabili, di passi avanti ne sono stati fatti molti e significativi. Come candidato sindaco uno degli obiettivi prioritari che ho indicato nel programma è quello della città accessibile, una città accessibili ad ogni cittadino, a partire proprio dai disabili. Non basta eliminare le barriere architettoniche per avere un inserimento effettivo, la loro presenza di fatto contribuisce spesso ad ostacolarlo in modo significativo.

Monardo: Siamo a disposizione per proposte di associazioni o singoli cittadini che possano migliorare tutti gli aspetti e assicurare il più possibile pari opportunità. Nello specifico, citando alcune delle proposte del programma partecipato, in ambito scolastico abbiamo previsto una verifica supporto per gli alunni con disabilità motoria e cognitiva (come da mansionario dei collaboratori scolastici), ristrutturazione a norma servizi igienici per i bimbi disabili e la possibilità autofinanziamento mezzi assistenza disabili disponibili per piccoli spostamenti, utilizzabili anche per altri servizi sociali. In ambito mobilità abbiamo previsto l'adeguamento dei percorsi pedonali soprattutto per i disabili, abbattendo le barriere architettoniche (PEBA) che ancora sono presenti in tutto il territorio collegnesi, tutelando gli attraversamenti pedonali e adottando un documento di pianificazione della mobilità sostenibile, coordinato con gli strumenti di pianificazione territoriale, orientato al soddisfacimento delle esigenze di mobilità di ogni genere.

Percorsi per l’autonomia: favorire l’integrazione dei diversamente abili e gli invalidi civili coinvolgendo le associazioni di riferimento per creare opportunità di vita indipendente. Inoltre promuoveremo gruppi di volontariato, banca ore, mettendo in primo piano il valore di comunità e il principio che “nessuno deve rimanere indietro”.

 

Novero: Sono convinto che i disabili non debbano essere visti come un peso, ma debbano essere aiutati in tutti i modi ad avere una vita degna di essere definita tale.

Rientriamo sempre nell’ambito della funzione “sociale” della città, che attraverso tutti i mezzi che ha a disposizione (posti di lavoro riservati a seconda delle capacità, sostegno alle famiglie interessate, occasioni di incontro e di socializzazione) far sentire i disabili veri e propri cittadini nella pienezza dei propri diritti.

 

8. Sulla FAMIGLIA. L’ultima trovata è sostituire alla dicitura “padre - madre”, quella di “genitore 1 – genitore 2”. Ma non c’è limite al peggio. Come intende valorizzare la famiglia, che secondo l’art.29 della Costituzione è “società naturale fondata sul matrimonio”?

Boetti Villanis: sono sposato da 20 anni ed ho tre figli; certe estemporaneità del “politicamente corretto” che, permettetemelo, a volte mi piace definire “la bomba atomica dei cretini”, mi indignano. Considero la “famiglia naturale”, quella composta da un uomo e da una donna, il nucleo fondante della nostra società, il primo welfare di base, la prima cellula di solidarietà e di ascolto, e farò di tutto per difenderla e salvaguardarla.

Casciano: Condividendo con mia moglie il carico di una “famiglia numerosa”, con tre bambini,  mi rendo perfettamente conto di come spesso si parli delle “famiglie”, delle “politiche per le famiglie” in modo assolutamente  astratto. Le carenze del sistema di welfare italiano scaricano sulla famiglia pesanti  funzioni di supplenza. Un impegno oneroso che rischia di mettere in crisi la tenuta stessa delle relazioni familiari, oltre ad avere costi pesanti soprattutto per le donne. Le famiglie vanno sostenute costruendo un contesto di servizi e di prestazioni per migliorare la qualità della vita quotidiana, aiutando a fronteggiare le situazioni di fragilità. Questi sono e saranno i nostri capisaldi, noi faremo la nostra parte con il sistema di servizi comunali -dai nidi al sostegno alla genitorialità, dalla mediazione familiare ai centri estivi-, battendoci nel contempo per politiche nazionali più efficaci.

Di Filippo: Anche se condividiamo in pieno quanto da voi prospettato non ci nascondiamo le difficoltà di tornare indietro rispetto a quanto finora in atto. Per noi sarebbe più facile dire che faremo questo e quell’altro, ma non intendiamo creare facili aspettative che difficilmente potremo concretizzare. Il nostro impegno però sarà quello di ispirarci a quanto riportato dalla Costituzione; facendo poi quello che potremo.

Lava: Sostituire la dicitura padre-madre con genitore 1 e genitore 2 la trovo una stupidaggine. La Costituzione dice anche che l’Italia è fondata sul lavoro. Belle frasi e poi? Io penso che nessuno, anche volendo, possa togliere valore alla "famiglia naturale fondata sul matrimonio". Non vedo neppure come una famiglia naturale non fondata sul matrimonio possa attentare alla prima. E poi di quale matrimonio stiamo parlando? Di quello religioso? Di quello civile? Di entrambi? Penso che chi ha posto questa domanda ai candidati sindaco avrebbe dovuto farlo esplicitando di più e meglio cosa intendeva in relazione alla funzione di un sindaco. In ogni caso un sindaco che rispetti il proprio ruolo non può non sentirsi rappresentante di tutti i cittadini, infatti sempre la Costituzione all’articolo 3 recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

Monardo: A questa domanda, che a mio parere non ha una collocazione specifica su un programma amministrativo, un servizio, una necessità del territorio, ma che sicuramente tende a conoscere meglio il candidato sindaco, rispondo con opinione personale poichè la questione specifica madre-padre/genitore1-genitore2, in questi termini non è stata affrontata nelle riunioni partecipative, o non è stato proposto alcun indirizzo da parte dei cittadini ai banchetti, riunioni, serate, che da circa 6 anni effettuiamo come attività sul territorio. Leggendo il programma troverete proposte che sostengono nei vari ambiti il supporto alle famiglie e servizi connessi.

Sicuramente l'impegno è combattere ogni forma di discriminazione in materia di razza o di origine etnica, di religione o di convinzioni personali, di disabilità, di età, di sesso e di orientamento sessuale. Se la finalità di tale cambiamento dicitura è quella di non discriminare i ruoli genitoriali che potrebbero, in linea di principio, essere assunti indistintamente da due uomini, due donne, un uomo e una donna, occorrerebbe prima rendere attuabile tale possibilità. L'unione di due persone, secondo l'ordinamento giuridico italiano, trova pieno riconoscimento solo attraverso il matrimonio, istituto inaccessibile alle coppie dello stesso sesso. In alcuni paesi europei, oltre l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso, vengono celebrate nozze gay. Germania, Finlandia e Groenlandia, pur non consentendo l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso, riconoscono a chi è in convivenza registrata, con una persona di sesso uguale, l'adozione dei figli naturali e adottivi del partner.

Quindi è più una discussione di principio che di sostanza. Non esistendo, nei fatti, alcuna possibilità ancora per una coppia gay di sposarsi, adottare un figlio, ed essere non più mamma o papà ma semplicemente genitore. La discussione di sostanza dovrebbe considerare che oramai le famiglie ‘’non tradizionali’’ e le famiglie ricomposte sono una realtà molto diffusa anche in Italia e dovrebbe esserci spazio di firma anche per gli eventuali compagni/coniugi, senza distinzioni, che ogni giorno si prendono veramente cura dei figli anche se non biologicamente genitori naturali. Perchè è questo che dovrebbe interessarci. Molti dei nostri figli hanno due mamme o due papà, causa separazioni o divorzi, o sono monogenitori anche solo per la prematura scomparsa del coniuge. Inoltre, sempre se mettiamo al centro della discussione tutti i bambini e non solo la famiglia tradizionale, dovrebbe esserci spazio per gli educatori degli istituti, gli adulti di riferimento delle case famiglie. Non tutti, purtroppo, hanno la fortuna di vivere nella casa del Mulino Bianco. Molti bambini hanno alle spalle situazioni difficili che si porteranno dietro per tutta la vita. Sarebbe molto più semplice e inclusivo una dicitura del genere: “Nome e cognome del-dei genitore/i o di chi ne fa le veci”.

 

Novero: Pur intendendo la famiglia in senso più lato, ed io ne sono un esempio non essendo sposato, è evidente che il nucleo famigliare è elemento fondante della società, e come tale deve essere aiutato nella vita quotidiana che al giorno d’oggi e diventata molto complicata; per poter vivere dignitosamente i genitori sono spesso costretti entrambi a lavorare e la famiglia spesso si ritrova a casa solo la sera.

Diventa difficile da parte di un’Amministrazione Comunale influire su questo tipo di abitudini dettate dalla necessità, ma sicuramente una soluzione è quella di attivare dei centri di ascolto e di aiuto specializzati in problematiche familiari e che abbiano come scopo il benessere di tutti i componenti della famiglia, in special modo i bambini.

 

9. Sul rapporto con le PARROCCHIE. L’ultimo bilancio approvato assegna 124.000 euro al Canile Municipale e 50.000 euro alle Parrocchie. Intende continuare così? Più in generale, come intende valorizzare, concretamente, il ruolo delle Parrocchie nella vita della Città?

Boetti Villanis: mi pare fuorviante il parallelo tra il canile e le parrocchie: non tocca a me ricordarvi San Francesco o San Rocco ed il loro rapporto con gli animali e non solo con quelli di affezione. Certo è che il Comune non può e non deve sottovalutare l’enorme lavoro “sociale” svolto dalle parrochie e dai Parroci, e deve adeguatamente sostenerlo. E’ evidente che il Comune deve impegnarsi di più per dare alle Parrocchie gli strumenti per svolgere le proprie attività sociali.

Casciano: Le cifre citate riguardano solo gli interventi di ristrutturazione destinati agli edifici di culto presentati dalle Parrocchie calcolate in base agli oneri di urbanizzazione incassati. Negli ultimi anni sono variati intorno ai 50/70/100 mila euro per anno. Per quanto riguarda il canile il dato non riguarda un contributo comunale ma un finanziamento “una tantum” per interventi di messa a norma, costituito da un lascito privato al canile (80 mila) e da un contributo regionale per la restante parte. Comunque, per la gestione del Canile, attività obbligatoria, il Comune riesce a contenere i costi affidandosi, come spesso accade, a virtuose associazioni che svolgono i servizi con grande cura e passione.  L’evidente provocazione poteva altresì trovare decine di altri esempi comparativi, ma per me non è questo il punto . Il rapporto di valorizzazione del ruolo e delle attività svolte dalle Parrocchie sarà caratterizzato da un rinnovato e riconosciuto patto di reciprocità e collaborazione con la Città:  dall’assistenza all’educazione, dall’accompagnamento e cura delle persone anziane, alle attività dei centri di ascolto e ai centri estivi, come testimoniano i il sostegno al Centro Frassati e alla gestione delle scuole paritarie di Collegno: materna Savonera e Teresa Maggiora  realtà importanti nel nostro sistema scuola.

Di Filippo: Per noi le Parrocchie sono il terminale sensibile sul territorio. Intendiamo pertanto non solo riconoscere il loro ruolo educativo e di collaborazione fattiva nelle molteplici iniziative che attuano, ma ci prefiggiamo di creare un rapporto costante di contatti e coinvolgimento. Per quanto afferente alle risorse ad esse riservate il nostro intendimento è quello di non concederle a pioggia, ma a fronte di progetti concordati che riguardino in primis il sostegno alle indigenze, alle persone sole, agli ammalati bisognosi, agli oratori, a estate ragazzi, alle iniziative di condivisione, promozione della solidarietà… Tutto beninteso entro i limiti di ogni singola realtà: devono essere riconosciuti il ruolo del Comune, come quello delle Parrocchie, dell’ASL, del Cisap, di tutte le varie componenti la società civile e la cittadinanza. Cioè ognuno nel proprio ambito specifico, senza supplenze o sovrapposizioni, ma con collaborazione e complementarietà; non sostituzione di funzioni ma integrazione.

Lava: E che dire dei soli 50 mila euro messi a disposizione dei disoccupati? Mettere a confronto il canile con le parrocchie mi pare un po’ forzato anche se efficace come paragone. La domanda che mi pongo è: 50 mila euro alle parrocchie per fare che cosa? Il canile municipale è un servizio di legge e credo che nessuno di noi amerebbe una città invasa da cani randagi. Per quanto mi risulta i volontari che gestiscono il canile fanno un lavoro encomiabile. Sul rapporto con le parrocchie e sull’importanza che gli do ho già detto. Una diversa quantificazione del contributo non può che rientrare all’interno del rapporto e del ruolo che insieme decideremo di dare al ruolo sociale delle parrocchie all’interno della città. Per quanto riguarda invece il ruolo delle parrocchie tout court per fortuna credo che le parrocchie stesse non attendano un nuovo sindaco per darselo. Se dovessi essere eletto una delle prime azioni che farei sarebbe quella di chiedere ai parroci un incontro per fissare un’agenda sui temi che stanno loro e a me più a cuore. La lotta alle povertà, il contrasto al gioco d’azzardo, l’educazione alla salvaguardia dell’ambiente e così via sono tutti terreni dove una sinergia tra il Comune, la società civile e quella religiosa non solo è auspicabile, ma indispensabile.

Monardo: Relativamente alle assegnazioni da bilancio, esse faranno parte di un’indagine per capire le reali necessità con il coinvolgimento attivo delle realtà del territorio collegnese, seguendo il principio della trasparenza totale del bilancio e delle spese del Comune, per conoscere effettivamente come vengono spesi i soldi dei cittadini collegnesi. Inoltre abbiamo previsto l’adozione del metodo del bilancio partecipativo, permettendo ai cittadini di scegliere tramite pubbliche consultazioni a quali servizi o progetti dedicare una parte del bilancio comunale, che possono riguardare a 360° ogni ruolo nella vita della Città.

Una proposta concreta inserita nel nostro programma, oltre alla richiesta di partecipazione, è quella che propone un rilancio del settore turistico-culturale della nostra Città, tramite la realizzazione di percorsi ciclopedonali didattici e turistici, per visite nelle aree archeologiche, romane, longobarde e medievali, presenti sul territorio di Collegno e comuni limitrofi. Percorsi tematici e aree di sosta che si possano integrare con quelli previsti dalla “Corona di Delizie”, pannelli informativi illustranti la storia del sito. In questo contesto sono inclusi i luoghi di culto e le eventuali attività proposte ad integrarne il percorso. 

 

Novero: Dalle informazioni che ho a disposizione, i soldi stanziati per il canile non provengono dalle casse comunali, ma in parte sono stati stanziati dalla Regione e per la restante parte derivano da un lascito testamentario a favore dei gestori del canile; non dimentichiamo comunque che si tratta di un canile sanitario e, volendo parlare di Creato, anche gli animali ed i loro padroni hanno dei diritti e soprattutto non devono essere discriminati.

La valorizzazione del ruolo delle Parrocchie non deve essere sicuramente ancora dimostrato, viste le molteplici attività che svolgono, ed è giusto che ricevano in base a quello che danno, non evidentemente in termini economici, ma in termini di aiuto sul territorio.

Non sarei coerente con me stesso se non parlassi anche in questo caso di meritocrazia del “fare del bene”, nel quale sono coinvolte anche associazioni laiche, e visto lo scopo nobile di entrambe non vedo nessuna contrapposizione.