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Collegno – Tavolo di concertazione in Regione dopo la visita ai cancelli dell’arcivescovo

Ex Fivit Colombotto, l’azienda ci ripensi

Chiesto ai vertici dell’Agrati di ritirare gli 82 licenziamenti e di avviare gli ammortizzatori sociali

 

Il tempo stringe per gli 82 lavoratori dell’Ex Fivit Colombotto di Collegno che lo scorso gennaio hanno ricevuto dalla proprietà dell’impianto collegnese la lettera di licenziamento. Se la proprietà, la famiglia Agrati, non accetta di ripensare al piano industriale dello stabilimento, che fino a qualche mese fa produceva a pieno regime – e con i bilanci in attivo – viti e bulloni per auto ed elettrodomestici, i dipendenti dal 15 aprile perderanno il lavoro. Dopo la visita dell’Arcivescovo ai cancelli dell’Ex Fivit Colombotto (nella foto), avvenuta sabato 9 marzo, il direttore generale dell’azienda Paolo Tozzi con il direttore industriale e quello delle Risorse Umane hanno accettato l’invito a partecipare al tavolo di concertazione con tutte le parti interessate, convocato dall’assessore regionale al Lavoro Claudia Porchietto, giovedì 13 marzo a Torino. All’incontro a cui hanno partecipato oltre ai rappresentanti dei lavoratori, il sindaco di Collegno Silvana Accossato, il vice sindaco e assessore al Lavoro Francesco Zurlo e l’assessore provinciale al Lavoro Carlo Chiama, Claudia Porchietto ha invitato la proprietà a rivedere il piano industriale attivando ammortizzatori sociali ed eventuali accompagnamenti al pensionamento ma a trasferire la produzione in uno stabilimento gemello in Francia come sospettano i lavoratori. Gli amministratori locali e i sindacati hanno invitato i vertici dell’Agrati alla responsabilità sociale dell’azienda e a considerare non solo le strategie del mercato ma anche le persone che fino a ieri hanno contribuito alla ricchezza di un impianto sano. Il direttore generale – che ha comunicato di essere stato raggiunto telefonicamente da mons. Cesare Nosiglia auspicando la partecipazione della proprietà al tavolo di concertazione – «ha ribadito le scelte dell’azienda a smantellare la produzione a Collegno in base ad una strategia di riorganizzazione degli impianti Agrati – riferisce Claudio Siviero, dell’Rsu Fiom ddell’Ex Fivit di Collegno – Il direttore ha chiesto di riaggiornare il tavolo per lunedì 24 marzo, senza alcuna anticipazione su un eventuale ripensamento che al momento riteniamo insperato. Tuttavia non possiamo fare altro che sperare che l’unico criterio di scelta – come ha sottolineato mons. Cesare Nosiglia, che ringraziamo per l’interessamento – non siano le regole del capitalismo selvaggio. La nostra azienda non è in crisi, ci possono essere soluzioni di ridimensionamento mantenendo aperto l’impianto come ha sottolineato l’assessore Porchietto che ha annunciato che se l’azienda non sarà disponibile a trattare è già pronto un tavolo di concertazione presso il ministero del Lavoro».

E prosegue l’attenzione delle comunità parrocchiali torinesi che avevano invitato l’Arcivescovo a Collegno. «Le persone che incontriamo in questi giorni, anche chi non frequenta le nostre comunità – conclude don Filippo Raimondi parroco a San Lorenzo e San Giuseppe – sono rimaste colpite dalla vicenda e dalla visita di mons. Nosiglia. Una testimonianza in più di come la comunità cristiana non sia un’isola ma viva accanto e soffra con chi è in difficoltà».

Marina LOMUNNO (da “La Voce del Popolo” del 23 marzo 2014)