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La crisi vista in televisione o letta sui giornali ci sembra sempre molto lontana, fino a quando qualcosa non succede girato l'angolo, allora anche noi scopriamo la dura realtà. Fa bene il nostro vescovo a non perdere occasione per ricordarci i nostri doveri.

L'ultima occasione è stata la Messa celebrata mercoledì 16 per i lavoratori della Fivit Colombotto, di seguito riportiamo alcuni brani dell'omelia di Mons. Nosiglia tratti dalla "Voce del Popolo" a cura di Marina Lomunno


"una parola di speranza è arrivata ancora dall’Arcivescovo che ha voluto – proprio nel giorno del termine ultimo per scongiurare i licenziamenti – essere vicino alle famiglie dei lavoratori presiedendo una Messa nella parrocchia collegnese di Madonna dei Poveri accanto ai sacerdoti della città e al parroco, il moderatore dell’Unità Pastorale collegnese don Salesio Sebold. Mons. Nosiglia, richiamando l’invocazione «nella tua fedeltà soccorrimi Signore», tratta dal salmo della liturgia del mercoledì della Settimana Santa, ha ricordato come «le prove che dobbiamo sopportare sono a volte dure e lo scoraggiamento si impossessa del nostro cuore. I grandi eventi di questa Settimana Santa che ci ricordano quanto Gesù ha patito e sofferto nella sua passione l’ingiustizia degli uomini, lui giusto e buono, sempre pronto al perdono e a dare misericordia, ci dicono che non abbiamo un Dio lontano che non capisce le nostre sofferenze fisiche e morali, ma lui stesso le ha provate e vissute con intensità non perdendo mai la fiducia nel Padre suo e lottando per vincere il male con il bene». E, rivolto ai figli dei lavoratori: «A voi cari ragazzi che già in giovane età siete coinvolti in queste vicende tristi delle vostre famiglie dico: non temete, siate portatori di speranza nelle vostre case con l’impegno della preghiera che ne sono certo è particolarmente accolta da Gesù che vi predilige e vi ama, e siate responsabili nel condividere insieme ai vostri cari questo momento difficile con la certezza che dopo la tenebre e oscurità viene sempre il sole che illumina e riscalda il cuore. Anch’io mi ricordo che da piccolo ho passato momenti come questi quando mio padre, a causa della grave crisi che aveva colpito l’azienda dove lavorava come operaio, è stato insieme a tanti altri sull’orlo della disoccupazione e per dieci lunghi mesi è stato privato del lavoro che rappresentava l’unico sostentamento della mia famiglia. Sono ricordi ancora vivi nel mio animo che vi confesso per dirvi quanto vi sono vicino e vi accompagno insieme ai vostri cari ma anche per invitarvi a non temere perché l’amore che vi unisce cementato dalla preghiera al Signore vincerà».