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LE NOSTRE PARROCCHIE

Beata Vergine Consolata

Beata Vergine Consolata

Madonna dei Poveri

Madonna dei Poveri

Santa Chiara

Santa Chiara

San Giuseppe

San Giuseppe

San Lorenzo San Lorenzo Gesù Maestro

San Lorenzo e Gesù Maestro

San Massimo Vescovo

San Massimo Vescovo

Mt 27,32 Simone di Cirene

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.

Il pesante legno della crisi

Pesa quel legno della croce, barcolla sotto quel peso, troppo grande per un uomo solo. È anche il peso di tutte le ingiustizie che hanno prodotto la crisi economica, con le sue gravi conseguenze sociali: precarietà̀, disoccupazione, licenziamenti, un denaro che governa invece di servire, la speculazione finanziaria, i suicidi degli imprenditori, la corruzione e l’usura, con le aziende che lasciano il proprio Paese.

Questa è la croce pesante del mondo del lavoro, l’ingiustizia posta sulle spalle dei lavoratori. Gesù̀ la prende sulle sue e ci insegna a non vivere più̀ nell’ingiustizia, ma capaci, con il suo aiuto, di creare ponti di solidarietà̀ e di speranza, per non essere pecore erranti né smarrite in questa crisi.

Ritorniamo perciò̀ al Cristo, Pastore e Custode delle nostre anime. Lottiamo insieme per il lavoro in reciprocità̀, vincendo la paura e l’isolamento, ricuperando la stima per la politica, e cercando di uscire insieme dai problemi.

La croce, allora, si farà più leggera, se portata con Gesù̀ e sollevata tutti insieme, perché́ dalle sue ferite — fatte feritoie — siamo stati guariti (cfr. 1 Pietro, 2, 24).

 

Testimonianze

 

Mt 26,47-51 Il bacio di Giuda

“Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo.  Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». E subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono”.

Il bacio di Giuda

“Dove non c’è lavoro, manca la dignità! E la mancanza di lavoro, è la conseguenza di una scelta mondiale, di un sistema economico che porta a questa tragedia; un sistema economico che ha al centro un idolo, che si chiama denaro”.

Dio ha voluto che al centro del mondo, non sia un idolo, ma l’uomo e la donna, che portino avanti, col proprio lavoro, il mondo. Adesso invece, è stata la sua denuncia, “in questo sistema, senza etica, al centro c’è un idolo e il mondo è diventato idolatro di questo dio-denaro: 
“Comandano i soldi! Comanda il denaro! Comandano tutte queste cose che servono a lui, a questo idolo. E cosa succede? Per difendere questo idolo si ammucchiano tutti al centro e cadono gli estremi, cadono gli anziani, perché in questo mondo non c’è posto per loro! (…) E cadono i giovani che non trovano il lavoro, la dignità. Ma pensate, in un mondo dove i giovani – giovani di due generazioni - non hanno lavoro. Non ha futuro questo mondo. Perché? Perché loro non hanno dignità!”
“E’ difficile avere dignità senza lavorare, questa è la sofferenza, questa è la preghiera di chi grida: “Lavoro”, “Lavoro”, “Lavoro”. Una preghiera, una preghiera necessaria. Lavoro vuol dire dignità, lavoro vuol dire portare il pane a casa, lavoro vuol dire amare!

(Papa Francesco dal discorso ai lavoratori della Sardegna ferita dalla piaga della disoccupazione – Cagliari, 22 settembre 2013)

 

Mt 26,36-46 Getsemani

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!"

La notte del Getsemani

La vita umana è disseminata da tante piccole notti di Getsemani. Le cause possono essere tantissime e diverse, come la minaccia ed il timore di perdere il lavoro.

In una società fondata sulla crescita e sul denaro la mancanza di lavoro, e quindi di reddito, rappresenta un drammatico problema individuale e sociale, senza denaro non si vive e per il denaro si può uccidere e morire.

Chi perde il lavoro o vede fallire la sua azienda arriva, nei casi estremi, a togliersi la vita, che gli appare senza prospettive e senza senso.

Papa Francesco durante l’udienza generale, in occasione della festa di san Giuseppe lavoratore, ha affermato che il lavoro”fa parte del piano di amore di Dio” ed “ è un elemento fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro ci unge di dignità, ci riempie di dignità, ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre”.

Nell’enciclica Laborem exercens  si dice che ”L’uomo, mediante il lavoro, deve procurarsi il pane quotidiano e contribuire al continuo progresso delle scienze e della tecnica, e soprattutto all’incessante elevazione culturale e morale della società, in cui vive in comunità con i propri fratelli. E con la parola "lavoro" viene indicata ogni opera compiuta dall’uomo, indipendentemente dalle sue caratteristiche e dalle circostanze, cioè ogni attività umana che si può e si deve riconoscere come lavoro in mezzo a tutta la ricchezza delle azioni, delle quali l’uomo è capace e alle quali è predisposto dalla stessa sua natura, in forza della sua umanità. Fatto a immagine e somiglianza di Dio stesso nell’universo visibile, e in esso costituito perché dominasse la terra, l’uomo è perciò sin dall’inizio chiamato al lavoro. Il lavoro è una delle caratteristiche che distinguono l’uomo dal resto delle creature, la cui attività, connessa col mantenimento della vita, non si può chiamare lavoro; solo l’uomo ne è capace e solo l’uomo lo compie, riempiendo al tempo stesso con il lavoro la sua esistenza sulla terra. Così il lavoro porta su di sé un particolare segno dell’uomo e dell’umanità, il segno di una persona operante in una comunità di persone; e questo segno determina la sua qualifica interiore e costituisce, in un certo senso, la stessa sua natura.

 

Mt 26,14 Il tradimento di Giuda per 30 denari

Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.

 

Il tradimento e la corruzione

 

Cos’è il tradimento di Giuda se non un’espressione della moderna corruzione? Papa Francesco al proposito ci dice:

Sì, tutti siamo peccatori, tutti. Tutti noi che siamo qui siamo peccatori. Ma questi erano più che peccatori: il cuore di questa gente, di questo gruppetto con il tempo si era indurito tanto, tanto che era impossibile ascoltare la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. E’ tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti.

La corruzione è un effetto dell’aver sovvertito la gerarchia dei valori mettendo al primo posto il denaro, Papa Francesco ancora ci esorta:

Che cosa possiamo dire di fronte al gravissimo problema della disoccupazione che interessa diversi Paesi europei? È la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro! Pertanto, i diversi soggetti politici, sociali ed economici sono chiamati a favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà.

Anche la Dottrina Sociale della Chiesa ci ammonisce:

Tra le deformazioni del sistema democratico, la corruzione politica è una delle più gravi, perché tradisce al tempo stesso i principi della morale e le norme della giustizia sociale; compromette il corretto funzionamento dello Stato, influendo negativamente sul rapporto tra governanti e governati; introduce una crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche, causando una progressiva disaffezione dei cittadini nei confronti della politica e dei suoi rappresentanti, con il conseguente indebolimento delle istituzioni.