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L’obiettivo l’ha anticipato in qualche modo papa Francesco, dialogando con i giornalisti sull’aereo di ritorno dalla GMG del Brasile, sottolineando l’esigenza di arrivare a “una pastorale matrimoniale un po’ più profonda, nel segno della misericordia”. Una pastorale quindi che dovrà aprirsi in modo semplice e facilmente comprensibile per tutti, alle esigenze di ogni famiglia.

Di seguito una breve sintesi dei principali argomenti trattati, come punto di partenza per aprirsi al dialogo e al confronto con le varie realtà territoriali, comunità ed associazioni.

Partiamo dall’analisi della realtà in particolare da tre nodi problematici che caratterizzano la famiglia oggi:

uno di carattere esistenziale: oggi le famiglie si trovano ad essere sempre più sole nell’affrontare le difficoltà; necessitano di una più forte solidarietà da promuovere con e fra le famiglie, al fine di costruire una rete di relazioni aperte al confronto e al sostegno reciproco;

uno di carattere ecclesiale: c’è una richiesta di essere partecipi di comunità che considerino la famiglia protagonista e non semplice fruitrice di servizi; sforzo questo che la nostra Unità Pastorale sta compiendo con la Commissione famiglie, con l’obiettivo di creare una rete fra le parrocchie;

uno di carattere politico/sociale: l’impegno educativo della famiglia ha una valenza pubblica, la società si deve prendere carico, unitamente ai genitori, dell’educazione dei giovani, ma le famiglie devono vivere una genitorialità sociale attraverso forme di accoglienza e solidarietà.

1.      Una nuova alleanza per l’educazione

C’è oggi una grande difficoltà a educare le giovani generazioni, e invece l’educazione è uno dei compiti fondamentali della famiglia, della scuola, delle associazioni e dei gruppi di animazione. Le famiglie, i ragazzi e i giovani hanno bisogno di ritrovare un interlocutore autorevole che sappia svolgere il ruolo di educatore e formatore.

E’ necessaria una nuova alleanza educativa tra gli attori di questo difficile compito nel pieno riconoscimento del primato educativo della famiglia.

2.      Un welfare con le famiglie

La crisi tocca ormai molte famiglie italiane che hanno sempre più spesso necessità alimentari, figli senza lavoro, anziani malati da accudire. Mancano di case a prezzi sostenibili. Ci sono molte giovani coppie che non riescono a sposarsi e a progettare il proprio futuro perché prive di denaro.

È possibile allearsi con le famiglie fragili e vulnerabili, con le famiglie che assistono  persone anziane o malate o disabili… promuovendo modelli family friendly di politica familiare locale, non solo per servizi socio-assistenziali, ma anche per la gestione dell’urbanistica, spazi verdì, tempo libero, mobilità, temi della città, ecc.                

Ne sono esempio i  “Condomini solidali”, che stanno nascendo in molte realtà e una vera sfida per le nostre comunità per interrogarci sulla nostra capacità di ascolto e di generare rapporti solidali tra famiglie che stanno bene e altre che fanno fatica.

3.      Lavoro e famiglia

La relazione fra il lavoro e la famiglia è un argomento delicato che deve essere visto sotto vari aspetti.

Innanzitutto è fondamentale creare una cultura del lavoro attraverso:

-       adeguati percorsi formativi, intervenendo sulla dispersione scolastica, promuovendo e sostenendo anche i percorsi proposti dai Centri di Formazione Professionale;

-       educazione alla laboriosità e alla responsabilità sociale, nonché a una cultura del lavoro come servizio agli altri;

-       promozione di nuovi stili di consumo orientati alla sobrietà sostenendo quelle imprese che danno priorità alla persona e non al capitale, nonché l’imprenditoria giovanile (ad es. attraverso gli eventi start-up).

Invece per gli adulti delle famiglie è importante riuscire a riequilibrare i tempi della vita con i tempi del lavoro in questa società che sempre più tende a separare i due livelli. Dovrebbe essere di interesse comune di tutte le parti sociali arrivare a un’armonizzazione vita/lavoro che consenta di costruire un modello sociale nuovo, capace di equilibrare il tempo speso per il benessere personale e familiare con quello dedicato al lavoro e alla formazione, così come il tempo dato alla dimensione associativa e civica con quello dedicato alle relazioni familiari.

4.      Dimensione fede

Quanto le comunità parrocchiali sono in grado di creare luoghi di confronto e dialogo?  Quale spazio di confronto viene offerto a una famiglia in crisi, per dialogare a partire dalle difficoltà, dalla crisi economica? È interessante creare spazi di speranza, è importante che ciascuna comunità possa dare delle risposte a queste esigenze non facendo riferimento alle singole persone, ma ad intere famiglie.

Un pensiero di papa Francesco ci ricorda che “… a volte si può vivere senza conoscere i vicini di casa, questo non è vivere da cristiani”.

Quanto detto deve essere considerato come opportunità preziosa per indagare il disagio e le difficoltà delle famiglie. La richiesta esplicita è quella di fare un passo al di là dei confini solitamente battuti dalla pastorale ordinaria, approfondendo realtà e situazioni che troppo spesso rimangono ai margini, prospettive che per indifferenza, sospetto, incomprensioni non vengono quasi mai affrontate.

La famiglia è realtà troppo importante per lasciare qualcosa di vago e indefinito; la Chiesa e le istituzioni civili e politiche si dovrebbero impegnare al fine che le sorti della famiglia, ingranaggi insostituibili della società, siano posti al centro delle loro attenzioni.

Per questo motivo ci siamo posti l’obiettivo di dialogare con istituzioni e persone significative per la realtà collegnese e pubblicheremo in questo editoriale il loro punto di vista.