Questo sito utilizza i cookies per la gestione della navigazione. Proseguendo o cliccando su "Accetto" acconsenti al loro utilizzo.

La processione esprime un ricco simbolismo legato alla condizione itinerante dell’uomo: la vita in effetti, può essere rappresentata come un  cammino e l’atto stesso di camminare insieme risponde ad un bisogno di aggregazione attraverso il quale il gruppo umano acquista consistenza e unità; il pregare che accompagna il passo rafforza tale consistenza.

La processione è presente un po’ in tutte le religioni, ma l’Antico Testamento biblico vi mostra una sensibilità accentuata: l’avvenimento fondamentale della storia del popolo ebreo, la liberazione dalla schiavitù degli Egiziani e il cammino nel deserto, è presentato come una processione epica, alla testa della quale cammina Dio. I quindici salmi “graduali”, detti così in riferimento ai gradini che scandivano la salita al tempio di Gerusalemme, esprimono lo spirito dei pellegrini in processione. Il Vangelo secondo Luca presenta l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, significativamente celebrato dalla Chiesa con la processione nella Domenica delle Palme, come la conclusione rituale del lungo pellegrinaggio (raccontato nei capitoli dal 9 al 19) verso Gerusalemme. Tra le tematiche care al Libro dell’Apocalisse, la liturgia celeste è vista anche come l’incontro di due processioni, una che sale dalla terra e l’altra che scende dal cielo.

Le processioni entrano nel cristianesimo con la fine delle persecuzioni e la conseguente pace religiosa, che rende possibile pubbliche manifestazioni di culto. A Roma si organizzano le Messe stazionali con il chiaro progetto di coinvolgere i vari quartieri nelle celebrazioni dell’Eucarestia, riservando le basiliche patriarcali per le feste più importanti: il raduno del popolo avviene in una chiesa, poi, al giungere  del papa si procede processionalmente alla chiesa stazionale per la Messa. Roma fa scuola e anche negli altri grandi centri dell’Impero si diffonde la prassi delle processioni: a Costantinopoli nel secolo X se ne contano una settantina (!), ma è il Medioevo e la successiva Controriforma a fare delle processioni una autentica trama della vita civile: prevalentemente di supplica quelle medievali, di trionfo le altre, con un infittirsi di quelle eucaristiche che culminano nella grande processione del Corpus Domini.

Nelle occasioni straordinarie segnate dalle calamità, dalle guerre, dalle alluvioni, dalle epidemie, si indicono processioni penitenziali molto sentite dal popolo; nel mondo rurale si sviluppano le “rogazioni”, processioni invocanti la benedizione divina sul lavoro agricolo.

Nel tempo moderno le fiaccolate, le marce della pace, ecc… intendono risvegliare l’attenzione dei credenti verso problemi religiosi, umani e civili. E gli stessi cortei, siano essi sindacali, politici, di protesta o di richiesta, altro non sono che processioni, con precise “liturgie”, più o meno largamente secolarizzate.

Di fatto, nella realtà torinese, soprattutto i mesi di maggio e giugno, con le commemorazioni di Santa Rita, di Maria Ausiliatrice, del Corpus Domini, della Consolata, offrono una serie particolarmente nutrita di processioni che richiamano migliaia di persone attorno a immagini sacre, e stupisce un po’ che così raramente i mass media diano riscontro di tanta mobilitazione.

Anche quest’anno la nostra Collegno sarà particolarmente coinvolta dalla Processione Eucaristica collegata alla Solennità del Corpus Domini. Che l’Eucarestia celebrata nelle chiese debba essere portata nelle strade non è una novità: i fedeli autentici lo fanno settimana dopo settimana con la loro vita cristiana fatta di carità e passione per il Vangelo. Ebbene, una volta all’anno, questa Eucarestia nelle strade è in qualche modo fatta visibile, pubblicamente esposta. Esposta, certo, anche al rischio dell’irrisione, che, si badi bene, segnala la povertà culturale di chi irride e volesse il cielo che segnalasse la autenticità evangelica di chi è irriso.

Vivremo il 19 giugno questa “liturgia in cammino”. Al seguito di Gesù, Maestro e Pastore del popolo cristiano. Da lui impariamo che la vita tutta è Eucarestia, ringraziamento e dono di sé per la salvezza di tutti gli uomini. Venite, gente di Collegno!

Don Filippo Raimondi