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La Chiesa ammette la cremazione dei defunti?

Cosa prevede circa la conservazione in casa tra le mura domestiche e la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo?


La Chiesa cattolica ribadisce il sì alla cremazione, ma la sepoltura è la pratica preferibile e non è concessa la conservazione dell’urna in casa o la dispersione delle ceneri nella terra, in acqua o nell’aria. Vietata anche la conversione delle ceneri “in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti”. A dirlo ufficialmente è stato il Vaticano con la diffusione del documento “Ad Resurgendum cum Christo” redatto dalla Congregazione per la dottrina della Fede, approvato da Papa Francesco lo scorso 18 marzo.


La cremazione del corpo del defunto non è di per sé contraria alla fede cristiana né contrasta la verità della risurrezione.
Se i cristiani hanno progressivamente preferito l’inumazione (dal latino humus = terra), cioè la sepoltura nella terra, è in riferimento alla sepoltura di Cristo e ad alcune immagini bibliche che presentano la vita oltre la morte come quella che nasce da un seme nascosto nella terra (cf Gv 12, 24; 1Cor 15, 35-38).


La conservazione delle ceneri fra le mura domestiche privatizza una memoria che, soprattutto per i cristiani, è richiamo alla precarietà di questa vita e al mistero dell’aldilà. Non possiamo poi nasconderci che questa “presenza” nelle case private potrebbe, con il tempo, diventare imbarazzante per gli eredi.


E per il nostro Vescovo Nosiglia la morte è anche un distacco: "La si deve accettare, non si può tenere il proprio caro in casa, come una cosa che continua ad appartenerti, dunque no alle ceneri tenute in casa, la morte non è una questione privata"


Le ceneri in casa, inoltre rischia di sottrarre ai defunti la preghiera e il ricordo dei parenti e della comunità cristiana in un luogo, cioè al cimitero.


La dispersione delle cenere nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo non sia permessa in quanto spiega il nuovo documento vaticano: “Seppellendo i corpi dei fedeli defunti, la Chiesa conferma la fede nella risurrezione della carne e intende mettere in rilievo l’alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona della quale il corpo condivide la storia. Non può permettere, quindi, atteggiamenti e riti che coinvolgono concezioni errate della morte, ritenuta sia come l’annullamento definitivo della persona, sia come il momento della sua fusione con la Madre Natura o con l’Universo, sia come una tappa nel processo della reincarnazione, sia come la liberazione definitiva della ‘prigione’ del corpo, per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista”
Inoltre, “le ceneri non possono essere divise tra i vari nuclei familiari e vanno sempre assicurati il rispetto e le adeguate condizioni di conservazione”.
Non mancano aspetti commerciali che suscitano disagio come la proposta di conservare parte delle ceneri in pezzi di gioielleria o in altri oggetti da portare al collo o al dito come ricordi commemorativi. Questo significa banalizzare l’evento della morte al limite del ridicolo.


Nel caso della cremazione le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero. Il cimitero cioè il “campo santo” è luogo della memoria e della comunione dei vivi non solo con i propri defunti. Il cimitero è un luogo di comunione e di comunità. La morte non si può privatizzare".